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Il Monumento all'Artigliere d'Italia

Il 12 giugno 1972, alla presenza di 40 Sezioni con oltre mille radunisti e labari di varie altre associazioni d'arma, veniva fondata a Penango una sezione dell'Associazione Nazionale Artiglieri d'Italia intitolata al colonnello Pietro Mazza, già comandante del 1° Reggimento d'artiglieria di Corpo d'Armata di Casale Monferrato, trucidato dai tedeschi a Spalato nel 1943. In quell'occasione il segretario Giuseppe Zanello lanciò l'idea di erigere in Penango un monumento dedicato all'Artigliere d'Italia.
Subito fu convocato il Consiglio di Sezione, che approvava all'unanimità la proposta del segretario, il quale si assumeva l'impegno operativo dell'opera.
Interpellati vari architetti, i preventivi che rilasciarono erano davvero troppo elevati per le possibilità finanziarie della Sezione, che allora decise di fare da sé. Il Comune di Penango concesse da parte sua una piccola area, in attinenza al nuovo edificio scolastico. Fu lo Zanello stesso a disegnare il bozzetto, approvato dal delegato regionale, generale Edoardo Brosio. Per la fusione delle parti in bronzo si ricorse alla scultrice Nidia Busoni di Lissone (MI) e ad artigiani locali per le opere accessorie.
Complessivamente l'opera terminata costò circa di 4 milioni di lire. Tutti i soci della Sezione intervennero finanziariamente, ciascuno secondo le proprie possibilità; contributi arrivarono anche da un centinaio di Sezioni dell'Italia settentrionale e dalla Presidenza nazionale.
Il 14 settembre 1975 il monumento veniva così solennemente inaugurato.
Alla cerimonia era abbinato un raduno interregionale di Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, al quale intervennero ben 75 Sezioni. Era presente il medagliere nazionale accompagnato dal vicepresidente nazionale dell'ANArtI, generale Ennio Fadda; il Presidente della Repubblica Giovanni Leone si fece rappresentare da un ufficiale dell'Aeronautica con il titolo di consigliere militare aggiunto, mentre due corazzieri ne portavano una corona d'alloro.
Alla storica inaugurazione intervennero oltre 4000 radunisti e numerose autorità locali con a capo il sindaco Gaetano Amante e il presidente della Sezione, sergente Ettore Celoria, "ragazzo del ‘99" e cavaliere di Vittorio Veneto. Erano presenti tra gli altri il prefetto e il questore di Asti, il presidente della Provincia e il sindaco di Asti con i rispettivi gonfaloni, il comandante della Regione Militare Nord Ovest, oltre a un picchetto armato. Durante la sfilata un aereo lanciava sulla folla ramoscelli d'alloro legati da un nastrino tricolore.
Su richiesta della Sezione, il Comune di Penango provvedeva poi a richiedere materiale dimesso di artiglieria per adornare il monumento. Nel 1999 pervennero e furono messi in opera un mortaio da 81/35 e 4 granate da 210/22 mod. 35 semiperforanti da 84 kg.